A.A.V.V.
Il dibattito sulla psicoterapia e sulla consulenza on line
(2005, Ordine degli Psicologi del Lazio)
Il “libro in primo piano” che abbiamo scelto non è propriamente un libro: si tratta del volume virtuale appena pubblicato dall’Ordine degli Psicologi del Lazio: “Il dibattito sulla psicoterapia e sulla consulenza on line. Le iniziative dell’Ordine, le risposte della Comunità professionale”.
Abbiamo deciso di fare un’eccezione, data l’importanza che i temi trattati rivestono per la comunità degli psicologi e per Psycommunity.
Il volume si apre con la memoria di Stefano Carta, Presidente dell’Associazione Italiana di Psicologia Analitica (AIPA), Vicepresidente della Commissione MIUR per il riconoscimento dei corsi di specializzazione in psicoterapia.
L’autorevole Professore, nella sua “Consulenza sulla legittimità scientifica e professionale di condurre psicoterapie on line” (pag. 4), presenta un excursus dettagliato, che parte dalla definizione dei termini, snodandosi in dieci punti:
1. Introduzione e considerazioni generali
2. Il fenomeno internet come fenomeno complesso
3. E’ fondato affermare che la psicoterapia on line è legittima perché assomiglia al setting puro della psicoanalisi classica?
4. Evoluzione dei paradigmi
5. Gli studi sull’efficacia della psicoterapia
6. Cosa significa relazione terapeutica?
7. La psicoterapia on line è impossibile perché prescinde dalla presenza dei corpi
8. Il problema dell’identificazione proiettiva. Impossibilità di sua costituzione e analisi in una relazione virtuale.
9. L’alleanza terapeutica o di lavoro. Cicli di rottura e di riparazione.
10. Conclusioni
La riflessione sulla definizione di psicoterapia e sui concetti fondamentali di relazione terapeutica, di transfert, di alleanza terapeutica, di identificazione proiettiva, e di setting, porta Stefano Carta ad escludere l’uso della comunicazione a distanza come uno strumento scientificamente utile per intraprendere, seguire e valutare un percorso psicoterapeutico. Egli, avvertendo la pericolosità di collusioni, idealizzazioni, incertezze interpretative dei messaggi della comunicazione a distanza, arriva a sostenere che “molte delle offerte di “psicoterapia” attraverso la parola scritta assomiglino pericolosamente alla vendita di oroscopi e predizioni che invadono i giornali e le televisioni ad opera di imbonitori senza scrupoli” (pag. 20). L’unica eccezione, espressa con cautela, viene riservata all’uso della cosiddetta consulenza motivazionale, “per incoraggiare coloro che desidererebbero iniziare una psicoterapia” (pag. 20) attraverso un contatto reale. A questo tipo di percorso, breve e concordato esplicitamente con il paziente, viene attribuito lo stesso valore di una telefonata.
Carta conclude pertanto la sua dettagliata dissertazione confermando le premesse con cui aveva esordito: “non vi è possibilità di fondare una psicoterapia a distanza, neppure avvalendosi di collegamenti video sincroni, poiché un tale contesto rende impossibile la costituzione di un’adeguata relazione tra paziente e terapeuta, relazione indispensabile per attuare qualsiasi intervento terapeutico fondato” (pag. 6, la sottolineatura è dell’Autore).
Alla memoria del professor Carta, segue un capitolo dal titolo “La corrispondenza con l’Ordine: il commento di una cittadina e il carteggio con la comunità scientifica internazionale”.
Viene riportata la testimonianza di una signora che si rivolge alla dottoressa Filosa, la ricercatrice che ha condotto la Ricerca promossa dall’Ordine degli Psicologi del Lazio sull’immagine dello psicologo sul Web. L’anonima corrispondente, che per anni ha sofferto di attacchi di panico, descrive brevemente la sua sfortunata esperienza di utente di siti internet che offrono consulenze psicologiche. Ella riferisce di aver riscontrato, a fronte di alcuni esempi di correttezza professionale, delle situazioni che ella definisce “ai limiti dell’abuso della professione e (…) ai limiti del ridicolo” (pag. 26). La mancanza di riferimenti rende questa testimonianza, purtroppo, inconfutabile, né, d’altronde, ne vengono riportate altre da parte di utenti soddisfatti per aver ricevuto consulenze in rete.
Segue la presentazione di una lettera inviata dal Presidente dell’Ordine degli Psicologi del Lazio, Emanuele Morozzo della Rocca, ad alcuni rappresentanti della Comunità scientifica e professionale. Ai professionisti chiamati in causa vengono posti i seguenti quesiti:
1) Secondo Lei, quali sono i tratti peculiari di una relazione che abbia caratteristiche psicoterapeutiche e comunque “cliniche”?
oppure:
Secondo Lei, quali sono i requisiti basilari necessari per un corretto e, per quanto possibile, efficace rapporto terapeutico tra psicoterapeuta e paziente?
2) Quali sono i requisiti formali necessari che, secondo Lei, sono considerati in letteratura irrinunciabili al fine della costruzione di un efficace rapporto psicoterapeutico?
3) Secondo Lei, è necessario che il rapporto professionale psicologo/psicoterapeuta – paziente si instauri e si sviluppi all’interno dello studio professionale (privato o pubblico che sia), con la presenza contemporanea di entrambi i soggetti?
4) Ritiene che la psicoterapia (o la consulenza clinica continuativa), all’interno della quale realizzare processi di cambiamento e di sostegno, possa essere praticata on line?
In caso di risposta negativa, quali sarebbero, secondo Lei, i rischi e i pericoli connessi a tale pratica on line?
5) Cosa pensa della consulenza clinica on line a risposta unica, così diffusa, (un solo contatto, domanda e risposta, spesso pubblicata nei siti) nella quale si fanno spesso affermazioni sulle caratteristiche psichiche del soggetto?
6) Secondo Lei è scientificamente e professionalmente corretto, nei confronti dei soggetti che pongono domande on line, effettuare diagnosi on line di tipo clinico, dinamico, psicopatologico?
Sono chiamati a rispondere autorevoli esponenti della comunità scientifica e professionale, rappresentativi delle principali aree di riferimento:
Leonardo Ancona – Commissione MIUR,
Agostino Sussarellu – Ordine dei Medici,
Francesco Valeriani – Società Italiana per la formazione in Psichiatria),
Mario Ardizzone – Asl Roma A – Responsabile formazione Dipartimento Salute Mentale,
Alessandra De Coro (Università “La Sapienza” – Dipartimento Psicologia Clinica,
Arrigo Pedon – Anna Maria Nenci – LUMSA – Libera Università Maria SS. Assunta – Corso di laurea in psicologia,
Paolo Gambini – Università Pontificia Salesiana – Corso di laurea in psicologia,
Giorgio C. Cavallero – AUXIMOM – Istituto di formazione di analisi transazionale,
Francesco Mancini, Associazione di Psicologia Cognitiva,
Fernando Riolo – Società Psicoanalitica Italiana,
Luisa Carbone Tirelli – AIPPI – Associazione Italiana di Psicoterapia psicoanalitica infantile,
Vincenzo Bonaminio – ASNE SIPsIA – Scuola di psicoterapia psicoanalitica dell’età evolutiva,
Laura Scotti – COIRAG- Confederazione per la ricerca analitica di gruppo,
Genovino Ferri – Società Italiana Analisi Reichiana,
Luigi Cancrini – Centro Studi di Terapia Familiare e Relazionale,
Carmine Saccu – Scuola Romana di Psicoterapia Familiare,
Alberto Zucconi – Istituto dell’approccio centrato sulla persona.
Prima della pubblicazione delle risposte, vengono riportati alcuni esempi di scambio virtuale tra utenti e psicologi, o sedicenti tali, tratti da alcuni siti web, nel capitolo dal titolo “Esempi di risposte di psicologi su siti web”.
Si tratta purtroppo di un numero esiguo di scambi, in cui sfortunatamente l’ “esperto” non appare veramente tale. Un esempio di risposta da parte del consulente è il seguente “..in genere lo psichiatra cura le psicosi e lo psicologo cura le nevrosi, ma la differenza non è così netta. Lo psichiatra ha una formazione più completa proprio perché ha già una laurea in medicina e può se vuole specializzarsi anche in vari rami della psicologia” (pag. 32).
A questa breve rassegna di scambi on line, seguono le risposte, riportate integralmente, alle domande poste da Morozzo della Rocca.
Le risposte alle prime due domande rispecchiano in genere l’orientamento teorico di chi scrive e ne illustrano le posizioni rispetto ai concetti fondamentali di psicoterapia e di setting psicoterapeutico.
Nelle risposte alle domande successive si evince la varietà di sfumature di atteggiamenti rispetto alla consulenza e alla psicoterapia on line.
E’ interessante segnalare che, sebbene la posizione dominante sia di negazione della possibilità di realizzare, almeno allo stato attuale delle conoscenze, una efficace psicoterapia on line, e nemmeno un credibile servizio di consulenza in rete, non vi è una coralità di risposte totalmente negative. Alcuni interlocutori lasciano intravedere spiragli di apertura e comunque disponibilità all’approfondimento, al dialogo, alla ricerca scientifica in un settore ancora nuovo.
A posizioni totalmente negative, come ad esempio: “5. Inattendibile, inappropriata, potenzialmente dannosa per l’immagine della professione psicologica e psicoterapeutica. 6. Assolutamente no!” (Mario Ardizzone, pag. 37. I numeri si riferiscono alle rispettive domande), si oppongono osservazioni come: “.. attualmente in Italia, ove uno psicologo/psicoterapeuta non sia in possesso di una formazione, tirocinio e supervisione per l’erogazione di servizi concernenti la psicologia clinica e la psicoterapia in metodologie validate scientificamente per offrire servizi on-line, l’esclusione di tali prestazioni professionali sembra giustificata a tutela dell’utenza e dei principi generali della professione dello psicologo/psicoterapeuta. Quando tali variabili venissero eventualmente validate dalla ricerca ritengo che l’erogazione di servizi di psicologia clinica e/o psicoterapia da professionisti in possesso di adeguata formazione dovrebbe essere permessa per le stesse ragioni che oggi consigliano una posizione in senso contrario. (…) Qualora in futuro l’evidenza scientifica dimostrasse il contrario sarebbe doveroso riconsiderare questa ed ogni altro parere espresso alla luce dell’imperativo deontologico di operare in scienza e coscienza con l’obiettivo di tutelare e promuovere l’interesse dei clienti/pazienti”. (Alberto Zucconi, pag. 58)
Mi sembra tuttavia opportuno osservare che in molte risposte si fa espresso riferimento agli esempi riportati nella sezione “Esempi di risposte di psicologi su siti web “ come unico modello di scambio virtuale tra professionisti e utenza. Forse una rassegna più vasta, comprendente anche il lavoro di professionisti competenti e corretti, nonché avvezzi alla comunicazione in internet, avrebbe reso la panoramica maggiormente rappresentativa.
Il volume si chiude con i “Consigli utili per la creazione di siti web” di Giovanna Filosa e Immacolata Festa, un utile vademecum per i colleghi meno esperti. Il servizio è reperibile sul sito dell’Ordine degli Psicologi del Lazio e riscuote notevole interesse da parte degli Iscritti.
In conclusione, il volume è ricco di spunti di riflessione. Esso aprirà sicuramente dibattiti costruttivi tra i colleghi e all’interno della comunità scientifica. D’altronde, lo stesso Presidente Morozzo della Rocca, nel presentare le domande rivolte alla Comunità professionale, accenna alle reazioni seguite all’emanazione del “Codice di condotta”: molti colleghi hanno già inoltrato all’Ordine domanda di parere di conformità per i propri siti web, uno di loro ha impugnato la delibera e avviato un contenzioso davanti al giudice. Secondo della Rocca, questo evento “può rappresentare un’occasione importante per approfondire la tematica e per impostare e condurre una battaglia culturale su questi temi, sia nella comunità professionale, sia verso la cittadinanza”. (pag. 27).
Dr. Patrizia Belleri