Il progetto Psicocyber

Annarita Fittini

La dottoressa Annarita Fittini ci parla del suo lavoro volto alla prevenzione del disagio, in particolare del progetto Psicocyber da lei condotto in Emilia Romagna.

 

Presentazione

Annarita Fittini è Psicologa Psicoterapeuta ad Orientamento sistemico, specialista in Psicologia transculturale ed in Psicoterapia psicoanalitica. Lavora a Bologna.
Accanto alla professione privata, che svolge a Bologna, ha curato nella sua Regione numerosi progetti volti alla prevenzione del disagio nelle più svariate manifestazioni e nelle diverse realtà sociali e fasi evolutive.
Dal 2004 al 2006 è stata Responsabile Scientifico del Progetto Psicocyber, che ha reso disponibile ai giovani di Reggio Emilia un servizio di videoconsulenza con esperti con cui poter dialogare in tempo reale. Il servizio è particolarmente accessibile poiché viene offerto all’interno di un camper appositamente attrezzato e disponibile in una piazza della città.
La dottoressa Fittini è iscritta a Psycommunity.
Riteniamo che la sua esperienza possa essere un arricchimento per la Community e soprattutto per il Progetto di Ricerca sul Counseling on line a cui partecipa.
La ringraziamo per aver risposto alle nostre domande.

Leggiamo sul tuo sito che dal 1999 hai curato numerosi progetti di interesse psicologico e sociale. Vuoi illustrarci quelli che ti hanno dato maggiori soddisfazioni?

Sicuramente tutti, se considero la diversità delle esperienze:
Dal 1999 al 2000 il progetto “In&Out”, di prevenzione alle nuove droghe del SerT di San Giovanni in Persicelo, ha permesso la realizzazione di giornate di discussione e di confronto tra gli adulti, i giovani e le istituzioni, oltre alla creazione di un centro giovanile. E’ importante sottolineare come ciò sia stato realizzato grazie alla partecipazione attiva dei ragazzi del territorio.
Dal 2000 al 2001 il “Progetto Cometa”, per la prevenzione delle patologie dell’alimentazione, ha mobilitato tutti gli studenti delle scuole medie e superiori di Firenze, sensibilizzandoli al problema ed indirizzando alcuni ai servizi sul territorio. La realizzazione del convegno a palazzo dei Congressi è stata da loro interamente gestita, come anche la ricerca, la realizzazione di un video, di un cd musicale e di un giornalino.
Parallelamente dal 2000 al 2002 “Arte di frontiera in città”, realizzato a Bologna con la partecipazione dei quartieri cittadini e patrocinato dalla Regione Emilia Romagna, ha permesso ai writers (graffitisti) di produrre legalmente ed in modo sicuro opere artistiche, abbellendo contemporaneamente parchi e giardini di periferia. I writers mi hanno permesso di accedere ai “non luoghi” della mia città e di poter approfondire le connessioni tra arte pittorica, psicologia e culture underground.
Molteplici sono stati i progetti realizzati a Reggio Emilia dal 2002 al 2006: Il piano unitario integrato sulle tossicodipendenze, realizzato assieme ai responsabili dei servizi per le tossicodipendenze ed al privato sociale Terre di Mezzo, Care Givers, Happy Family e Welfare in Kragujevac hanno avuto un notevole impatto sul territorio, sia sui cittadini che sulle istituzioni coinvolte.
Ogni progetto realizzato mi ha permesso di accedere a “territori sommersi”, ho potuto ammirare fondali multicolori, e con rispetto e fiducia, creare relazioni positive e costruttive.

Come è nata l’idea di realizzare il Progetto Psicocyber?

Nel 2001 avevo partecipato ad un convegno sulla realtà virtuale a Venezia, collegato in videoconferenza sia con l’università di Roma, Tor Vergata che con quella di Genova. Ero rimasta estremamente colpita dalle potenzialità di questa forma di comunicazione, mi sembravano pressoché infinite. Durante l’elaborazione del Piano Unitario Integrato sulle Tossicodipendenze per il SerT di Reggio Emilia, era emerso che il 20% circa degli utilizzatori di sostanze, anche occasionali, entrava in contatto con i servizi sanitari: occorreva pensare a nuove modalità per comunicare con i ragazzi, a nuove strategie di prevenzione e, se necessario, invio ai servizi che si fanno carico delle cure più opportune. Proposi il videocounselling on line, così nacque Psicocyber.

Puoi illustrarci brevemente come si svolge il servizio, spiegandoci anche le scelte tecniche e le problematiche che vi siete trovati a dover affrontare?

PSYCOCYBER è un servizio realizzato dal Comune di Reggio Emilia, in collaborazione con Telecom.
Psicocyber offre una videoconsulenza psicologica gratuita a tutti i giovani della città. Un Camper appositamente attrezzato stazionava tutti i venerdì pomeriggio nella piazza principale della città. Qui gli educatori fornivano numerose informazioni ai ragazzi: sulla salute, su come trovare lavoro; proponevano percorsi di animazione: Dj set, fumetti, libri, etc. Inoltre, su richiesta, accompagnavano i ragazzi e le ragazze alla videopostazione. I ragazzi mi parlavano dei loro dubbi o problemi: salute, sessualità, affetti, famiglia, scuola, dipendenza da sostanze, etc.
Questa consulenza psicologica era protetta e riservata: il software era stato creato appositamente, come anche la connessione punto a punto tra il mio studio psicoterapeutico di Bologna ed il camper a Reggio Emilia: si trattava cioè di una connessione protetta e criptata a cui nessun esterno poteva accedere. Inoltre i ragazzi potevano scegliere se farsi vedere oppure no: una funzione permetteva loro di collegarsi senza essere visti. Il progetto era stato pensato rispettando le linee guida per le prestazioni psicologiche a distanza redatte dal Consiglio Nazionale degli Psicologi Italiani.
Ci siamo inoltre rivolti al garante della privacy, affinché fosse informato. Il progetto si propone come sportello di accesso ai servizi: in seguito alle richieste delle persone ed a una prima valutazione si inviano i ragazzi, se necessario, ai servizi sociali e sanitari presenti sul territorio.
Si sono dovuti risolvere numerosi problemi: dalla scelta del luogo in cui porre il camper, alla scelta del wi-fi, del software, alla titubanza ed al timore sul sistema utilizzato, alla creazione del sito web, etc. Ogni problema era una sfida e come tale è stata affrontata, spesso le discussioni sono state lunghe e dolorose ma alla fine il progetto è stato realizzato con grande soddisfazione da parte di tutti

Com’è stata l’accoglienza da parte dell’utenza?

Nel 2004, anno di avvio del servizio, Psicocyber è stato presente in piazza per 19 volte (ogni uscita durava circa tre ore), sono state effettuate 67 videoconsulenze, con una media di 3,5 videoconsulenze per ogni uscita e gli invii ai servizi socio-sanitari sul territorio sono stati 3. Il sito web è stato visitato da molti visitatori stranieri, per cui è stata inserita, nel corso dell’anno, una pagina in lingua inglese. Il servizio avviato a fine maggio del 2004, stava quindi muovendo i suoi primi passi.
Il 2005 è stato caratterizzato da un forte incremento: sono state effettuate 29 uscite con 217 videoconsulenze (media di interviste per uscita 7,4 ) e 30 invii ai servizi sul territorio.
Nel 2006 vi sono state 31 uscite, 19 con videoconsulenza e 12 f2f, sono state effettuate 324 consulenze (media 10,4) e 100 invii ai servizi sociosanitari della città.
Il sito web (www.psicocyber.it) è stato visitato da 15.926 persone provenienti da tutto il mondo (Italia, Germania, Francia, Inghilterra, Irlanda, Spagna, Belgio, Olanda, Svezia, Danimarca, Norvegia, Finlandia, Polonia, Repubblica Ceca, Russia, Lituana, Turchia, Marocco, Costa d’Avorio, Nigeria, Cina, Giappone, Taiwan, Tailandia, India, Argentina, Stati Uniti e Canada).
In questi due anni e mezzo di attività Psicocyber ha effettuato 446 consulenze psicologiche via webcam (608 comprese quelle f2f), 133 ragazzi sono stati inviati ai servizi del territorio cittadino: Servizi Sociali, lo sportello di orientamento al lavoro della Provincia, gli sportelli di consulenza psicologica nelle scuole, i SerT, la Psichiatria, la Psicologia clinica, la Neuropsichiatria infantile, le comunità e i servizi di ricovero notturno per coloro che vivevano in strada.

Quali sono le problematiche per le quali i ragazzi hanno maggiormente richiesto supporto e informazioni?

La maggior parte dei ragazzi (25.2%) ha riportato problemi di coppia, d’amore: le prime esperienze affettive e sessuali con i partner hanno una grande importanza, sono fonte di immensa gioia ma anche di cocenti delusioni. Grande preoccupazione crea la vita scolastica, (21.6 %): un punto molto delicato è risultato essere la relazione con gli insegnanti, che appaiono più interessati al programma scolastico che alla relazione con gli studenti. Il 18% del campione è preoccupato per la famiglia e descrive famiglie multiproblematiche che non sono in contatto con i Servizi. Più di un ragazzo/a ha accompagnato un genitore alla Psichiatria di territorio. L’ 11.7% abusa di sostanze, molti le hanno sperimentate ma qualcuno ne abusava, in particolar modo di: cocaina, crack, speed (anfetamina), exstasy e derivati, ed eroina. L’integrazione tra etnie (8.1%) non rappresenta un problema per i ragazzi, ma per le famiglie d’origine: come i Montecchi e i Capuleti, le famiglie temono che i figli si contaminino con altre culture, sia autoctone sia che provengano da altre nazioni. Inoltre, chi non studia è alla perenne ricerca del lavoro (8.1%); l’elaborazione di lutti importanti (1.8%) scatena vissuti di rabbia e dolore, ed esistono argomenti di cui è meglio non parlare (4.5), specie in un primo colloquio, perché è indispensabile affrontarli con delicatezza, in quanto generano paura e angoscia, anche nell’adulto.

Come è stato affrontato il problema dei finanziamenti del Progetto?

Il progetto è stato interamente finanziato dalla Regione Emilia Romagna, Telecom ha contribuito offrendo la connessione ad un prezzo speciale.

L’Ordine dell’Emilia Romagna ha avuto un ruolo, e se sì, quale, in questo e negli altri progetti?

L’apporto dell’Ordine dell’Emilia Romagna è stato FONDAMENTALE, ne approfitto per ringraziare il Dr Fulvio Frati, con cui costantemente mi sono confrontata e senza le cui preziose indicazioni e suggerimenti Psicocyber non sarebbe stato possibile. L’Ordine è stato molto attivo sia nella stesura del progetto, sia nelle azioni di tutela e promozione.

L’Emilia Romagna è una Regione notoriamente avanzata rispetto alle innovazioni e il suo Ordine degli Psicologi particolarmente aperto allo studio dei rapporti tra psicologia e internet.
Ritieni esportabile l’esperienza di Psicocyber in altri contesti?

Certamente, Psicocyber potrebbe essere molto utile nella grandi città: Roma, Napoli, Milano, Torino, Genova, Palermo, Bologna, etc. Potrebbe contattare i giovani delle periferie, dare a loro competenza e attivare percorsi di prevenzione. Troppo spesso, infatti, i ragazzi si rivolgono ai servizi quando le situazioni sono già degenerate, penso sia dovere dei professionisti, oltre che delle istituzioni, trovare delle modalità per intervenire prima che ciò accada. Parlare con i giovani attraverso una webcam è molto semplice, ed i risultati sono stupefacenti. Del resto gia T. F. Dwyer (1973) in un bellissimo articolo afferma che “l’esperienza suggerisce che per alcuni pazienti la comunicazione con uno psichiatra via IATV sia più facile del contatto nella stessa stanza. Ciò appare particolarmente valido per alcuni pazienti schizofrenici, per gli adolescenti e per i bambini piccoli”.
I ragazzi hanno una grande capacità di modificare se stessi ed i contesti con cui interagiscono, a partire dai nuclei famigliari, dalla scuola, etc. riescono a compiere “balzi” dinnanzi ai quali noi adulti possiamo solamente stupirci………….

Che futuro prevedi per Psicocyber?

Qualora si trovino le risorse economiche, una prosecuzione ed un ampliamento di questo servizio, del quale sono state diffuse l’esistenza e la metodologia attraverso la pubblicazione di un articolo, contenente la ricerca e la presentazione di un paper al convegno europeo AEPEA (Association Européenne de Psychopathologie de l’Enfant et de l’Adolescent ) a Lugano, a giugno di quest’anno.

Hai in programma nuovi progetti?

Mi aspetto delle proposte concrete la cui realizzazione dovrò valutare attentamente.

Ti ingraziamo di cuore, con la certezza che la tua competenza e la tua esperienza sono un arricchimento per la nostra Community.

Intervista a cura di Patrizia Belleri