Divulgare e insegnare la Psicologia on line: Blog e ECM tramite E-book

Enrico Maria Secci

Enrico Maria Secci, psicologo psicoterapeuta, ci parla della sua esperienza on line con il suo Blog e con i Crediti formativi tramite E-book.

Presentazione

Enrico Maria Secci, psicologo psicoterapeuta, ci parla della sua esperienza con il suo Blog e Psicologia e con i Crediti formativi tramite E-book.
Divulgare e insegnare la Psicologia on line: Blog e ECM tramite E-book
Enrico Maria Secci, psicologo e psicoterapeuta, è specializzato in psicoterapie brevi ad approccio strategico integrato.
Da oltre dieci anni, si occupa di disturbi ansiosi e depressivi, dipendenze affettive e disturbi relazionali nell’età adulta.
E’ docente straordinario di Tecniche di Psicoterapia Strategica presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Strategica Integrata (SCUPSIS) di Roma.
Lavora inoltre come consulente per le risorse umane nell’area comunicazione, leadership e sviluppo organizzativo per enti pubblici e società private, in particolare nella formazione psicologica di medici e operatori sanitari all’interno di percorsi accreditati dal Ministero della Salute (Programmi E.C.M.).
Dal 2007 gestisce il blog di psicologia e psicoterapia Blog Therapy, visitato ogni giorno da migliaia di utenti (www.enricomariasecci.blog.tiscali.it).
Ha pubblicato:
Manuale di Psicoterapia Strategica (Carlo Amore Edizioni, Roma);
La Comunicazione Strategica nelle professioni sanitarie (con Carlo Duò, Pro.met.e.o. Edizioni, Cagliari);
Blog Therapy. Psicologia e psicopatologia dell’Amore ai tempi di Internet (Boopen, Napoli); Aforismi e Metafore per Cambiare (Autorinediti);
Gli uomini Amano Poco. Amore coppia dipendenza (Autorinediti);
La Comunicazione Strategica nelle professioni sanitarie (con Carlo Duò, www.ebookecm.it);
Le Tattiche del Cambiamento (www.ebookecm.it).

 

Internet ha uno spazio importante nella tua professione.
La tua presenza in Rete è andata via delineandosi sempre più, dal tuo primo sito, al blog http://enricomariasecci.blog.tiscali.it/, ricchissimo di post, praticamente quotidiani, fino ai più recenti e-book ECM.
Quanta parte del tuo tempo è dedicata al lavoro on line?

La mia settimana lavorativa si svolge per l’80% in studio. I pazienti sono la mia priorità assoluta e la psicoterapia è la mia passione. Per me non c’è soddisfazione più grande che vedere le persone cambiare, evolversi e rompere gli schemi psicologici alla base dei loro problemi per ritrovare una serenità inedita e vivere in modo pieno. Il 15% del mio tempo professionale è dedicato alle docenze e alle consulenze in ambito formativo e a progetti editoriali come libri e articoli. Riservo a Blog Therapy e all’attività in rete solo il 5% del mio impegno, che si traduce in qualche ora alla settimana. Ma con una buona organizzazione è quanto basta per aggiornare regolarmente il blog e soddisfare la richiesta dei lettori. Anche se sembrerebbe un tempo marginale, lo considero preziosissimo perché scrivere e promuovere un’immagine precisa e capillare della propria professionalità è parte integrante del mestiere di psicoterapeuta e mi impegno in prima persona perché questo messaggio passi chiaro e forte, soprattutto a tutela dei colleghi più giovani che si affacciano alla professione. Ma di questo parlerò dopo.

Il tuo blog ha un intento educativo: far conoscere alle persone il campo di azione della psicologia e l’operato dello psicologo. Pensi di aver fatto la tua parte in tal senso? Vuoi raccontarci qualche episodio significativo in proposito?

Vivo con stupore i risultati di Blog Therapy. Da poco ha tagliato il traguardo di mezzo milione di visite, richiama l’interesse dei media e catalizza l’attenzione di tante persone che si accostano con un iniziale scetticismo alla psicoterapia e agli psicologi. Ricevo mail da tutt’Italia che testimoniano di aver ricevuto un aiuto concreto dalla lettura dei post. In molti hanno trovato in Blog Therapy la spinta a intraprendere con fiducia una psicoterapia, altri hanno trovato negli articoli la risposta che gli serviva per acquisire una maggiore consapevolezza dei propri problemi e rifletterci in modo inedito e costruttivo. Tutto questo è avvenuto praticamente per caso ed è il frutto dei riscontri pressoché costanti che il blog ha raccolto sin dai primi post. Infatti, senza il sistema di feed-back in tempo reale, forse Blog Therapy si sarebbe arenato in fretta. Il mio blog non è mai stato e non è tuttora un progetto strutturato. Dove alcuni vedono un’operazione di marketing, io riconosco il dovere etico di ogni professionista della salute di rendersi visibile in rete e fornire indicazioni leggibili e precise a chi sta cercando aiuto ma fatica ad orientarsi nel labirinto delle psico-professioni. Il mio piccolo merito è di aver portato avanti a testa alta questa prospettiva, scavalcando l’ostracismo e le critiche un po’ snob e un po’ feroci di chi considerava (e l’imperfetto non è casuale) poco professionale usare Internet e liquidava come mera “pubblicità” ciò che invece faccio per puro interesse intellettuale.

Il tuo blog ti porta un ritorno in termini di incremento di nuovi pazienti?

Quando ho fondato Blog Therapy (2007) avevo già una stabilità professionale e all’attivo diverse capitoli su libri scientifici editi per Carocci, Cuec e Franco Angeli e il mio primo libro “Manuale di Psicoterapia Strategica”. Posso dire che il blog ha funzionato come amplificatore di quando avevo giù fatto e ha rafforzato, come un biglietto da visita online, una situazione già consolidata. Ho l’impressione che, più che intercettare nuovi pazienti, Blog Therapy serva da filtro: alimenta la motivazione di chi già ha in mente di lavorare con me e dissuade chi, magari, non si trova in sintonia col mio stile, il mio metodo e modello di lavoro. Insomma, per quanto riguarda la mia esperienza, non posso affermare che il blog abbia portato nuovi pazienti perché erano già tanti prima che andassi in Rete. Merita un discorso a parte la mia attività editoriale. Qui il blog si è rivelato vitale. I miei libri “Gli uomini amano poco”, “Aforisimi e Metafore per Cambiare”, “BlogTherapy. Psicologia e psicopatologia dell’amore ai tempi di Internet” e gli ebook “La Comunicazione Strategica nelle Professioni Sanitarie”, “Le Tattiche del cambiamento”, vivono grazie al blog. In tantissimi comprano e garantiscono costanza a opere che sarebbero state letteralmente ingoiate da scaffali anonimi e macerate nel giro di un mese. E’ un piccolo miracolo in un mercato editoriale asfittico.

Che consigli daresti a un giovane collega che vuole realizzare un blog o un sito personale?

Due consigli: semplicità e personalità. Prima di tutto semplicità: le persone hanno bisogno di capire ciò che leggono e di leggere ciò di cui hanno bisogno. Argomenti su cui noi clinici super specializzati storciamo il naso come la gelosia e lo shopping sono invece le chiavi per avviare un interesse su temi più profondi e guadagnarsi la fiducia dei visitatori. Quindi bando alle etichette psicodiagnostiche e di “modello”. Alla gente non interessano. Secondo: personalità. Non devi aprire un blog di psicologia, ma il TUO blog. Quindi è importantissimo tagliare gli articoli secondo uno stile personale e riconoscibile; associare il sito alla propria foto e biografia professionale. L’impressione vincente è che il visitatore interagisca con l’autore in modo diretto, non con un sito qualunque di psicologia. Può aiutare scegliere un argomento di specializzazione, stando però attenti a non “ghettizzarsi”. Giocoforza, Blog Therapy è famoso per tematiche legate alla dipendenza affettiva e per i problemi relazionali etero e omosessuali, ma cerco sempre di ampliare il respiro del sito proponendo articoli anche molto distanti dal target.

Puoi elencarci le principali caratteristiche – a tuo avviso – di un blog di psicologia utile e di successo?

Per me, articoli brevi e focalizzati sono la chiave di volta. Poi, meno “psicologismi” mettiamo, meglio è. La misura della professionalità è sempre la parsimonia, la capacità di comunicare cose complicate e dolorose in un modo leggero e fluido. Poi conta la scelta della piattaforma. Io sono affezionato a Tiscali, che notoriamente comporta limiti rispetto a server molto più tecnologici. Però sono sardo, amo la mia città e mi sposto per lavoro soltanto il necessario perché sono un viaggiatore per passione e non mi sarebbe mai piaciuto fare il “turista forzato” per lavoro. Così Tiscali si è rivelata una scelta strategica: gli utenti sono in gran parte sardi e quindi arrivano facilmente, come deve essere, su Blog Therapy. Occorre selezionare una piattaforma adeguata, per ottenere massima visibilità sul territorio in cui si lavora.
Infine, un elemento di successo è la continuità degli aggiornamenti. Nessun blog funziona senza un impegno costante, che stimo in almeno 4 aggiornamenti mensili.

Hai scritto anche degli e-book. Come è nata l’idea di trasformarli in un percorso ECM?

Sono contento di poter parlare di un progetto così originale e innovativo e ringrazio per la domanda. Dal 2001, tra i primi in Italia, io e il mio collega Carlo Duò abbiamo ottenuto l’accreditamento del Ministero della Salute per la formazione in aula in educazione continua in medicina. I nostri corsi sulla “Comunicazione medico-paziente” hanno richiamato in pochi anni oltre 7000 professionisti sanitari e, grazie al loro entusiasmo, abbiamo pubblicato nel 2008 un libro “La Comunicazione Strategica nelle Professioni Sanitarie”. L’anno scorso, l’idea di offrire i nostri libri sfruttando una piattaforma ad alto contenuto tecnologico: www. Ebookecm.it, dedicata inizialmente a chi non potesse raggiungerci in aula e a chi, fatto il corso, avvertisse il bisogno di una ulteriore formazione. Così è nato il primo ebook “La comunicazione Strategica nelle professioni sanitarie”, con 20 crediti ECM e una ricca dotazione di slide di approfondimento. Da poco, abbiamo pubblicato “Le tattiche del Cambiamento. Manuale di Psicoterapia Strategica”, con 12 crediti ECM, scritto da me, e abbiamo nuovi progetti in uscita a breve termine.
Siamo riusciti per primi in Italia e, per ora unici, a creare un sistema di formazione a distanza che funziona come un editore di ebook scientifici con punti ECM , che permette ai professionisti della salute di soddisfare i criteri di aggiornamento posti dal Ministero in modo agile, senza rinunciare alla qualità e direttamente dal proprio pc, ereader o tablet. Pubblichiamo in tutti i formati per pc, ipad, kindle, tablet, ebook reader o carta con pdf stampabile e gli utenti possono, dopo un test d’apprendimento compreso nell’offerta, acquisire il punteggio ECM corrispondente al saggio acquistato. E’ fantastico e ora stiamo cercando editori e autori per ampliare l’offerta. Siamo aperti a proposte di collaborazione, insomma.

Ci spieghi nel dettaglio come si svolge un percorso ECM attraverso un e-book?

Si parte con la registrazione sul sito www.ebookecm.it e la scelta di un corso di interesse. In pochi click, si inoltra il pagamento (la piattaforma offre i più alti standard di sicurezza ed efficienza) e in tempo reale si riceve il libro elettronico e il materiale integrativo. Il passo successivo è semplice: si legge il libro e poi ci si collega sul proprio account su ebookecm per rispondere al questionario finale. Superato il test, il certificato ECM arriva direttamente via e-mail ed è approvato dal sistema ministeriale. Tutto è semplicissimo e rappresenta una innovazione assoluta in Italia, di cui siamo molto fieri. E i risultati arrivano.

Qual è la differenza tra un percorso ECM attraverso un e-book e un corso di formazione on line?

Il libro, anche in formato elettronico, offre una continuità narrativa e mantiene un peso scientifico che i corsi online non sempre riescono a offrire. Inoltre, il libro rimane un supporto noto e maneggevole. A differenza di semplici slides, favorisce un’elaborazione più ampia e personale dei contenuti. Tuttavia, tutti i nostri corsi contengono in omaggio una serie di presentazioni e slides per integrare e rafforzare l’apprendimento garantito dal libro. Ebookecm, insomma, concilia tradizione e innovazione nella formazione continua, perché permette di studiare in modo nuovo senza però distaccarsi dalla qualità del libro tradizionale. Lo consideriamo un punto di forza e un tratto di originalità e, a quanto pare, la nostra offerta incuriosisce e catalizza la richiesta dei professionisti sanitari soggetti al sistema ECM. Come si dice, provare per credere.

Che cosa ne pensi della consulenza psicologica e della psicoterapia on line e che futuro prevedi?

Mi affaccio alla e-therapy con una certa ambivalenza ma sono sicuro che le comunicazione su Internet per la richiesta di una consulenza o di una psicoterapia saranno molto presto un fatto quotidiano, soprattutto via webcam. La società si sta trasformando rapidamente e le nuove generazioni crescono immerse in Internet, perciò lo troveranno senza dubbio un mezzo idoneo anche per avviare un rapporto terapeutico con la stessa naturalezza con cui oggi la gran parte dell’utenza preferisce il contatto reale. Ricerche americane e australiane sull’efficacia delle terapie on-line stanno dando risultati incoraggianti e provengono non a caso da contesti in cui la confidenza della popolazione con l’interazione elettronica maggiore che in Italia. Trovo però stimolante e interessante il tema delle terapie via Internet e ci vedo un grande utilità in particolare nel primo contatto, che per alcuni pazienti diventa così più facile e può motivarli in una fase successiva a un incontro in studio. Ma dubito che, senza un training e una specifica preparazione si possa improvvisarsi terapisti online. Probabilmente siamo alle soglie di una differenziazione e una specializzazione delle tecniche terapeutiche perché possano sfruttare i vantaggi del media e minimizzarne i limiti rispetto a un setting tradizionale.

Ringrazio te e Psycommunity per l’intervista, che segnalerò sul blog, e soprattutto grazie per il Vostro lavoro.

Intervista a cura di Patrizia Belleri